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Interporti, UIR propone un ‘position paper’ su transizione energetica e intermodalità

La ricerca, in collaborazione con Nomisma Energia, individua le sfide delle infrastrutture interportuali per arrivare ad una logistica 'green'. Il ministro Giovannini: «Gli interporti sono al centro del sistema logistico e per questo devono porsi come obiettivo la sostenibilità, nonostante la situazione di emergenza economica»

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Un ‘position paper’ che propone il punto di vista della UIR Unione Interporti Riuniti – sulla transizione energetica in relazione alle potenzialità delle strutture intermodali e interportuali italiane. È il documento, realizzato in collaborazione con Nomisma Energia, presentato venerdì scorso all’interno del convegno “Interporti al centro”, svoltosi a Padova nel nuovissimo Centro Congressi della Fiera.

Cosa dice il rapporto

Nello studio si ricorda che l’Italia possiede un network di interporti e centri intermodali tra i più importanti a livello europeo: 26 strutture (12 nel Nord-Est, 5 nel Nord-Ovest, 4 al Centro e 5 al Sud), 23 delle quali fanno parte della rete transeuropea Ten-T.
Per quanto riguarda il traffico, negli interporti della penisola sono stati movimentati nel 2021 oltre 50 mila treni intermodali che hanno trasportato 476 mila container, 445 mila casse mobili e 472 mila semirimorchi (7,5 mila in autostrada viaggiante). In totale la merce totale movimentata è di circa 70 milioni di tonnellate-anno, con il coinvolgimento di oltre 1.200 aziende di trasporto e logistica.
Secondo la ricerca, il ruolo degli interporti dal punto di vista ambientale è già decisivo, visto che, ad esempio, si stima che nel 2020 il sistema interportuale italiano abbia permesso la riduzione di 1,5 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra. Quindici interporti dispongono oggi di impianti fotovoltaici di taglia medio-grande (per un totale di 1 milione di mq) e 16 sono interessati da iniziative di efficienza energetica dei magazzini, mentre diversi centri intermodali hanno installati punti di ricarica per veicoli elettrici e 3 interporti (Bologna, Padova e Verona) dispongono di un distributore di LNG per autotrazione. Interventi di decarbonizzazione all’interno delle aree interportuali potrebbero portare, secondo Nomisma, a riduzioni di emissioni di CO2 pari a circa 400 mila tonnellate/anno, mentre l’efficientamento delle filiere logistiche collegate consentirebbero ulteriori minori emissioni tra i 2 e i 4 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

Il Position Paper di UIR contiene poi tutta una serie di indicazioni per lo sviluppo del settore, individuate in 8 ambiti d’azione. Tra i moltissimi obiettivi proposti per ciascuna area segnaliamo: il potenziamento delle infrastrutture ICT e di connettività dati; la creazione di almeno un punto di rifornimento LNG/bio-LNG per interporto e punti di stoccaggio dei biocarburanti; la riqualificazione dei magazzini esistenti e la riduzione del fabbisogno energetico del 40%; la promozione del costante rinnovo delle flotte di mezzi pesanti; lo sviluppo di accordi per insediare sistemi sperimentali legati all’idrogeno; la previsione di programmi di formazione specifici sulla logistica; la riduzione della congestione all’interno dei sedimi interportuali e la prevenzione di ripercussioni sulla viabilità ordinaria.

Giovannini: «Non c’è alternativa alla sostenibilità»

Il meeting UIR ha poi presentato una tavola rotonda cui hanno partecipato Franco Pasqualetti, vice presidente di UIR; Guido Nicolini, presidente di ConfetraFulvio Lino di Blasio, rappresentante di Assoporti; Giuseppe Milan, direttore di Assindustria Venetocentro; Marcello Di Caterina, vicepresidente ALIS; e Giuseppe Acquaro di Terminali Italia. Al centro della discussione lo spinoso tema del processo di transizione ambientale del nostro Paese messo in crisi dalle emergenze economiche e politiche di questi ultimi tempi, dall’accesso alle materie prime e alle risorse alimentari fino al conflitto russo-ucraino. Intervenuto a chiusura del tavolo e sollecitato da Sebastiano Barisoni, vicedirettore di Radio24, il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha però ancora una volta ribadito come non ci sia alternativa alla sostenibilità, ma «solo difficoltà in più che la guerra ucraina sta ampliando, mettendo sotto ulteriore stress un sistema già fortemente provato dalla pandemia».

«La sostenibilità – ha continuato il ministro – è oggi un tema centrale nel pubblico e nel privato. Il PNRR spinge in questa direzione con i suoi 62 miliardi di risorse stanziate, cui vanno aggiunti i 43 miliardi della Legge di Bilancio, Fondo di Sviluppo e Coesione»”.
Il ministro si è detto anche d’accordo con la richiesta del presidente di UIR, Matteo Gasparato, di una riforma “svecchiante” della legge 240/90 sugli interporti ed ha inoltre evidenziato la necessità di accelerare la digitalizzazione e le infostrutture, scelta che anche il MIMS ha abbracciato, recuperando nella sua sfera di azione UIRnet.

Altri interventi

Durante il convegno, Pasqualetti ha poi annunciato un nuovo Fast Corridor doganale che collegherà il terminal Psa Genova Pra’ con l’Interporto di Padova. La connessione, che sarà operata da Logtainer con trazione ferroviaria di Mercitalia Rail, avrà una frequenza settimanale e 8 treni a settimana, composti da 22 carri ciascuno in grado di trasportare 40 container a convoglio. Il vicepresidente UIR ha inoltre ribadito che «gli interporti sono la colonna vertebrale dell’economia nazionale, perché collegano tutto il nostro Paese con i porti e quindi sostengono l’economia del territorio. Un lavoro che molte volte è nascosto e di cui nessuno si accorge».

«Nel 2030 dovremo arrivare al 55% in meno delle emissioni e nel 2050 al 100% – ha infine spiegato il presidente di Confetra Nicolini – e per fare questo dovremo convincere la manifattura a controllare la propria supply chain logistica. In Italia il 73% delle merci viene venduto franco fabbrica e questo fa si che sia il compratore estero a controllare la logistica, per cui, se vogliamo arrivare a trasporti più sostenibili, come ci chiede l’Europa, dobbiamo persuadere le imprese di Stato a vendere franco destino».

In foto, da sinistra Giuseppe Milan, direttore  di Assindustria Venetocentro; Guido Nicolini, presidente di Confetra; Fulvio Lino di Blasio, rappresentante di Assoporti; Franco Pasqualetti, vice presidente di UIR; Marcello Di Caterina, vicepresidente ALIS e Giuseppe Acquaro di Terminal Italia

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