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4 marzo a Genova, protesta Tir lumaca per autoparco e pedaggi

La manifestazione, indetta contro la mancata realizzazione del parcheggio pesanti nell'area ex Ilva, la riduzione degli stalli di sosta per i lavori in programma nell'area portuale ed extraportuale e anche l'aumento dei pedaggi autostradali, potrebbe forse essere anticipata al 1° marzo

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Una lunga fila di camion a passo d’uomo partirà il prossimo 4 marzo dall’area ex Ilva, in prossimità dell’aeroporto di Genova, per dirigersi verso la città fino alla Prefettura, passando anche dall’autostrada. La protesta dei Tir lumaca, annunciata dalle imprese di autotrasporto che operano su Genova e il suo sistema portuale (AliAI/Alia Claai, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Fai Liguria, Fiap, Legacoop e Trasportounito), intende denunciare la mancata realizzazione di un autoparco presso l’area ex Ilva, di cui si parla da oltre trent’anni senza risultati. Una carenza cronica che, secondo le associazioni, si aggraverà ulteriormente a causa dei cantieri e degli ampliamenti cui sarà soggetto l’intero bacino portuale del capoluogo ligure a partire da dopo l’estate, con la sparizione di circa 400 stalli di sosta per veicoli industriali. In particolare, il cantiere della Gronda toglierà circa 135 stalli a Bolzaneto e altri 120 posti a Erzelli verranno eliminati per la costruzione dell’ospedale di Ponente. Inoltre l’ingrandimento dell’aeroporto potrebbe comportare la scomparsa di circa 180 stalli nello spazio attualmente concesso dall’Autorità di sistema portuale e nella vicina Voltri l’espansione del nodo ferroviario del terminal container di Pra’ dovrebbe cancellare un altro centinaio di veicoli (anche in questo caso non è stata firmata la concessione). I mezzi pesanti, non avendo alternative, dovranno occupare gli spazi urbani o allontanarsi di parecchi chilometri all’interno della città.
Secondo le ultime indiscrezioni, la manifestazione di protesta probabilmente potrebbe essere anticipata a venerdì 1° marzo.

Tagnocchetti (Trasportounito Liguria): «Opera necessaria alla logistica locale»

«La manifestazione di protesta – afferma Giuseppe Tagnocchetti, coordinatore di Trasportounito Liguria, da noi contattato – è incentrata sul fatto che Genova, che da sola gestisce la metà del traffico container nazionale, non ha mai avuto un vero e proprio autoparco di servizio non solo a favore degli autotrasportatori, ma per tutto il sistema logistico. Non si tratta cioè solo di un parcheggio, ma di uno strumento accessorio fondamentale per la logistica che opera sulla portualità».
«Nel corso degli anni – ricorda Tagnocchetti – sono stati presentati diversi layout su cui le istituzioni locali hanno discusso ed anzi erano stati previsti anche finanziamenti del ministero dei Trasporti, poi per problemi di politica territoriale questi progetti non sono mai stati realizzati. I trasportatori quindi si sono visti costretti a trovare temporanee opportunità di parcheggio in aree di sosta molto piccole e limitate, spesso in zona cittadina».
«Genova sta lavorando oggi in maniera positiva per realizzare nuove infrastrutture di viabilità interna ed esterna al porto che separino il traffico pesante da quello leggero – continua il coordinatore – L’autoparco, insediato nell’area ora in disuso della ex Ilva, posizionata tra porto e aeroporto, sarebbe la soluzione ideale per dare una risposta agli 800 camion che operano in zona, in una locazione che permetterebbe finalmente di parcheggiare i veicoli pesanti fuori dalla città, consentendo inoltre di raggiungere facilmente e velocemente sia i bacini portuali che le arterie autostradali».
«Il problema da risolvere – precisa – è che sull’area ex Ilva insiste un accordo di programma del 2005, secondo il quale la zona era stata destinata alla siderurgia da un’intesa ministero-istituzioni locali, per cui una destinazione diversa dovrebbe passare da una decisione politica nazionale».
«Gli enti locali, oltretutto – conclude Tagnocchetti –  sono sulla nostra posizione, il sindaco continua a dire che uno dei suoi progetti da realizzare prima della fine del mandato è quello dell’autoparco. Ma la spinta deve arrivare necessariamente da Roma».

Protesta anche contro gli aumenti dei pedaggi autostradali

Altro argomento caldo è quello degli aumenti dei pedaggi autostradali. La decisione praticamente azzera i ristori che Autostrade per l’Italia sta dando agli autotrasportatori per compensare i maggiori costi causati dai cantieri autostradali avviati dopo il crollo del Ponte Morandi. Inoltre, gli autotrasportatori stanno incontrando grosse difficoltà nell’uso del portale telematico istituito da Autostrade per l’Italia per erogare le somme che, a differenza del portale creato dall’Autorità portuale dopo il crollo, soffre di inconvenienti e ritardi, al punto che Autostrade ha prorogato di alcuni giorni il termine per l’inserimento delle domande.

In merito a Genova, al suo territorio, alle sue infrastrutture, alle persone che vi operano, è dedicato il documentario K44 | CARGOGRAFIE «Genova, le vie sospese del trasporto» che vi riproponiamo.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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