Veicoli - logistica - professione

HomeProdottoMondo leggeroFiat Professional Talento L1H1 2.0 Ecojet 120 CV. Ci vuole talento per consumare poco

Fiat Professional Talento L1H1 2.0 Ecojet 120 CV. Ci vuole talento per consumare poco

L’ultima versione del furgone medio del marchio torinese adotta un nuovo motore 2 litri. Stimolato per le vie cittadine, quindi per strade provinciali e infine sull’ascesa verso il Terminillo, ha dimostrato di essere brillante, accontentandosi di ridotte quantità di gasolio. Nota di plauso anche per il sistema di infotainment rivisitato

-

Osservo il Fiat Talento da lontano, prima di aprirlo e di girarci intorno. Già a distanza la livrea grigio pastello dal sapore sportivo, abbinata ai cerchi in lega grigi con bordo diamantato, non passano inosservati. E fanno tornare alla memoria le tinte della scattante Fiat 500 Abarth. Con questo sprint addosso entro a bordo e apparentemente non vedo stravolgimenti. Poi, a un esame più attento mi accorgo dei nuovi rivestimenti New Black, pratici ma eleganti, affidati a un tessuto resistente e facile da tenere pulito. La plancia offre lo stesso disegno di prima, anche se a infondergli un carattere tecno ci pensa l’allestimento Techno Silver, basato su finiture in alluminio spazzolato, presente sulla versione in prova.

LE REAZIONI A PERCORSI DIVERSI

A muovere la curiosità, però, è soprattutto il nuovo propulsore: un 2 litri, 4 cilindri, 16 valvole common rail, sovralimentato mediante turbo compressore a geometria variabile, che non soltanto promette risparmi di carburante fino all’11%, ma dispone pure di cinghia di trasmissione primaria ad anelli metallica che non necessita di manutenzione. Sarà così?

Da bravo “Tommaso” giro la chiave e metto in moto. L’Ecojet s’avvia con discrezione. Mentre si scalda, ne approfitto per aggiustarmi il sedile di guida. Inserisco la retro ed ecco la prima sorpresa: il nuovo sistema di infotainment è dotato di uno schermo da 7”, che domina il centro della plancia, su cui giungono le immagini della telecamera posteriore. Una novità rispetto alla serie precedente, quando erano proiettate su un display interno allo specchietto retrovisore.

Inserisco la prima e parto, percependo subito come le marce siano ben rapportate. Le restrizioni pandemiche mi constringono a rimanere nel Lazio. Così, per mettere sotto torchio il nostro furgone, da Roma punto verso Rieti.

Non c’è niente da dire: il motore è molto brillante. E a maggior ragione stupisce che, dopo aver percorso una trentina di chilometri tra città e strade extraurbane, l’asta del carburante non accenna a scendere. Per un attimo penso che non funzioni, poi all’altezza di Rieti mi fornisce un segno di vita abbassandosi leggermente. Come a dire: «Consumo. Poco, ma consumo».

A quel punto, per testare altri componenti meccanici, mi faccio accompagnare dal Talento sui tornanti della mitica Rieti-Terminillo. Lo schema delle sospensioni anteriori, tipo McPherson, indipendenti con barra antirollio, consente al veicolo di inserirsi piatto in curva. Le sospensioni posteriori con barra di torsione, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici angolari, barra Panard con ruote semi-indipendenti, evita fastidiosi saltellamenti, malgrado il mezzo sia scarico. Incredibilmente riusciamo ad arrampicarci sfruttando soltanto le ultime tre marce. Arrivati in cima al monte troviamo ad accoglierci un bel manto di neve. Così, chiamo a rapporto, pigiando l’apposito pulsante, il sistema Traction+ che, in caso di slittamento di una ruota motrice, trasferisce la coppia a quella con maggiore aderenza, rendendo il comportamento del veicolo molto simile a quello di un 4×4. Un aiuto arriva pure dalle coperture 205/65 R16 all season Michelin che forniscono ottimo grip.

IL GENEROSO SPAZIO PER LE MERCI

È tempo di fare dietrofront e di riprendere la via del ritorno. Fin qui questo veicolo di taglia media appare veramente convincente. In realtà, in termini pugilistici potremmo definirlo un welter pesante, visti i suoi 1.224 kg di portata massima. D’altra parte, 5,2 m3 di merci da stivare nell’ampio vano di carico non sono pochi. Squadrato e privo di curve ingombranti, il vano è rivestito nella fascia bassa con pannelli in materiale vinilico, mentre il piano è ricoperto da un rivestimento in materiale antisdrucciolo. Un paio di faretti in più, magari a LED, farebbero comodo per illuminare l’interno a cui si accede tramite due portelloni a battente posteriori e uno laterale scorrevole a destra. Apprezzabile il pertugio sulla parte bassa della paratia (lato passeggero) che offre la possibilità di caricare oggetti (tipo scale o tubi) più lunghi del piano di carico.

I CODICI DELLA SICUREZZA

A livello di sicurezza si ritrovano tutti i sistemi presenti sulla precedente serie, come il sensore pioggia e quello crepuscolare. Molto apprezzato l’ampio specchio posizionato sull’aletta parasole del passeggero, nobilmente definito Viewplus, con cui controllare l’angolo cieco che mette in difficoltà tutti i furgonauti. Per il resto sono presenti i più famosi «acronimi della salute», quali ABS, EBD, HBA ed ESC. Presente anche il comodo Hill Holder, che se lo avessero inventato prima che prendessi la patente mi avrebbe evitato una bocciatura al primo esame di pratica!

CONCLUSIONI

Il Talento non aveva nulla da dimostrare, in quanto era già un ottimo veicolo. Ora, se possibile, è migliorato. Gran parte del merito va al nuovo motore che consente realmente di consumare di meno. Alla fine della prova ho percorso circa 250 km consumando sui 18 litri di gasolio: siamo intorno ai 14 km/litro. Certo, il carico era poco, ma i tratti urbani e soprattutto l’ascesa in montagna sono stati tanti. E questo fa’ per quello…

close-link