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HomeRivista 2021368 giugno 2021Intervista a Mario Zini, AD DHL Global Forwarding «La nostra anima green»

Intervista a Mario Zini, AD DHL Global Forwarding «La nostra anima green»

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Circa 570.000 dipendenti in 220 Paesi. Basterebbe questo dato per far capire l’importanza e la centralità del Gruppo Deutsche Post DHL non solo nel mondo dell’industria logistica, ma in quello del commercio globale. Non stupisce, quindi, il perché quando l’azienda tedesca prende una posizione netta e definita nel campo della sostenibilità ambientale da una parte si assume la responsabilità di garantire investimenti “verdi” nelle sue attività, dall’altra indica un percorso che diventa di esempio per tutti i corrieri e spedizionieri del mondo.

Ma dal punto di vista pratico in cosa consiste questo approccio green di DHL? Lo abbiamo chiesto all’amministratore delegato di DHL Global Forwarding, Mario Zini.
«Nell’impegno contro il cambiamento climatico – ci spiega Zini – DHL ha appena stanziato 7 miliardi di euro da investire nei prossimi dieci anni per ridurre le emissioni di CO2: la ricerca di carburanti alternativi per il settore aereo e marittimo, l’aumento di veicoli elettrici a emissioni zero e la riqualificazione e progettazione di nuovi edifici a basso impatto ambientale rientrano tra i principali obiettivi dell’investimento. Come DHL Global Forwarding siamo attori protagonisti del trasporto merci su scala globale ed è nostra responsabilità guidare il mercato verso un futuro più sostenibile, trovando soluzioni innovative per ridurre a zero le emissioni di carbonio entro il 2050».

La road map della decarbonizzazione di DHL per una logistica a basso impatto ambientale passa principalmente attraverso l’utilizzo di carburanti sostenibili: «Ci stiamo impegnando a coprire entro il 2030 almeno il 30% del fabbisogno di carburante per il trasporto aereo e di linea con alimentazioni verdi, mentre dal 1° gennaio di quest’anno abbiamo ridotto le emissioni di anidride carbonica per tutte le spedizioni marittime con carichi less-than-container load (LCL), grazie all’utilizzo di biocarburanti. A titolo di esempio cito il recente accordo con la compagnia aerea statunitense United Airlines per il programma Eco-Skies Alliance, che prevede – insieme ad altre aziende del settore – l’acquisto di 3,4 milioni di galloni di carburante sostenibile (SAF) in grado di ridurre le emissioni di quasi l’80% rispetto a un carburante convenzionale».
Esiste poi un programma di valutazione dei fornitori Go Green, che consente ai clienti del colosso teutonico di dare la preferenza a veicoli con le migliori performance ambientali.

Non solo logistica
UOMINI FORMATI, ALBERI PIANTATI

L’approccio sostenibile di DHL non è soltanto finalizzato alle attività di spedizione. «La sostenibilità deve diventare il nuovo motore delle nostre vite all’interno e fuori dell’azienda – ci racconta Zini – Abbiamo un programma di formazione green per i nostri dipendenti che insegna loro a vivere adottando uno stile di vita sostenibile e attento all’ambiente e perseguiamo l’obiettivo di certificare almeno l’80% del personale entro fine 2021».
«Durante l’anno – continua – organizziamo attività di sensibilizzazione e azioni concrete per aiutare l’ambiente. Lo scorso 26 settembre, per esempio, abbiamo piantato 390 tra larici e abeti per ripopolare la Val di Zoldo, l’area più colpita dalla tempesta Vaia del 2018: un albero per ogni dipendente che ha completato il training della nuova piattaforma gestionale TMS, un sistema gestionale che mira alla sostenibilità e consentirà, tra le altre cose, un’operatività sempre più paperless».

«I 7 miliardi di euro appena stanziati – precisa Zini – saranno investiti anche per le consegne sulle brevi distanze e dell’ultimo miglio. DHL continua a portare avanti l’elettrificazione dei veicoli per la logistica urbana ed entro il 2030 il 60% dei mezzi utilizzati per le consegne last mile in tutto il mondo sarà alimentato elettricamente, per un totale di oltre 80 mila veicoli elettrici sulla strada». In questa direzione vanno valutate pure le collaborazioni con i costruttori – come Fiat Professional per le innovazioni da introdurre sull’E-Ducato e Volvo Trucks sulla possibilità di utilizzare veicoli elettrificati anche sul lungo raggio.

Ovviamente l’AD non nasconde che ci sia ancora molto da fare: «Il nostro Paese presenta un forte gap infrastrutturale e logistico, un’inefficienza che costa circa 40 miliardi l’anno. Quello della logistica è un settore strategico, che rivestirà un ruolo sempre più importante, anche in futuro. Qualcosa però si sta muovendo e stiamo vedendo segnali positivi da parte del Governo in merito agli investimenti in questo settore e sono per questo molto fiducioso».
Un deciso cambio di marcia potrebbe essere innescato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: «Gli investimenti per 25 miliardi di euro su rete ferroviaria, intermodalità e logistica integrata – sottolinea Zini – dovrebbero rendere più efficiente il sistema infrastrutturale, con effetti positivi anche sul trasporto delle merci. Per accrescere i volumi delle merci su rotaia, è necessario infatti incrementare la capacità della rete e dei nodi, ma anche migliorare i collegamenti tra rete ferroviaria, porti e aeroporti, aumentare la sicurezza stradale e semplificare le procedure logistiche». «Su intermodalità e logistica integrata – conclude – il PNRR prevede poi interventi a supporto dell’ammodernamento e della digitalizzazione del sistema della logistica. Come attori protagonisti nel settore, riteniamo sempre più importante collaborare e impegnare risorse in infrastrutture, connessioni intermodali, reti di interscambio, tecnologie e soluzioni digitali. Negli ultimi mesi, nonostante le criticità legate alla pandemia, abbiamo sempre trovato alternative, investendo in nuove soluzioni e creando task force dedicate per andare incontro alle esigenze dei nostri clienti. Durante l’emergenza sanitaria, abbiamo per esempio alternato tratte aeree a rotte marittime, creando così nuovi collegamenti».

I test della divisione Freight con Volvo Trucvks
ELETTRICO, LE OPPORTUNITÀ SUL LUNGO RAGGIO

Domanda: quando si pensa alla mobilità elettrica in quale contesto la si ambienta? Facile, vero: la città. E invece la divisione Freight di DHL sta collaborando con Volvo Trucks per sperimentare questo tipo di alimentazione anche sulle lunghe distanze. In pratica da questa primavera due Volvo FH elettrici si spostano tra due terminal di DHL in Svezia (a Göteborg e a Jönköping) distanti circa 150 km. E ogni giorno vengono raccolti dati per capire come è possibile ottimizzare i rapporti tra distanza operativa, peso del carico e stazioni di ricarica durante il trasporto di merci su strada.
Un lavoro certosino che segue il solco di altre iniziative condotte da DHL. Per esempio, spiega Uwe Brinks, CEO di DHL Freight, relativamente «all’obiettivo di ridurre a zero tutte le emissioni relative alla logistica abbiamo già raggiunto traguardi importanti: rispetto al 2007 l’efficienza del Gruppo in termini di CO2 è migliorata del 35%».
Inoltre, sempre in Svezia DHL Freight promuove diversi progetti nell’ambito della tecnologia senza combustibili fossili e ha introdotto un particolare programma di spedizione in base al quale i clienti che lo utilizzano pagano un supplemento fisso per ogni pacco o pallet spedito: gli introiti totali vengono poi completamente investiti in tecnologie pulite.

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