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La scomparsa del Fondo per il parco/19

Un feuilleton poliziesco

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Quel giorno l’ineffabile ispettore Guido Tirr era afflitto da una fastidiosa otite bilaterale, che ne pregiudicava le capacità auditive, costringendolo a mettere a dura prova il suo formidabile intuito per comprendere le parole dei suoi interlocutori. Adagiato sulla poltroncina sdrucita del suo disadorno ufficio, si tolse di bocca la pipa calabash che spandeva per tutta la stanza grigia l’odore dolciastro del tabacco bruciato e invitò l’uomo che gli sedeva di fronte a spiegare il motivo della sua visita.

L’individuo, un cinquantenne atticciato, in principe di Galles con cravatta color vinaccia, disse senza mezzi termini: «Devo denunciare la scomparsa del fondo per il parco!».

L’inestricabile ispettore Tirr lo guardò in tralice: «Chi è scomparso in fondo al parco? E quale parco? Villa Borghese a Roma? Il Parco Sempione a Milano? Il Prater a Vienna? Le Tuileries a Parigi? Sia più preciso, perdinci!».

«È scomparso il fondo per il parco», ripeté l’uomo atticciato, «quello per togliere dalla circolazione i camion più inquinanti…».

«Ho capito! Ho capito!». L’insostituibile ispettore Tirr scosse la pipa: «Eliminando i camion più inquinanti, il parco pubblico diventerà sempre più verde…».

Con un colpo di genio, il vice ispettore Franco Fabbrica passò al suo superiore un appunto dattiloscritto. «Ah», assentì l’incomprensibile ispettore Tirr: «Il fondo per rinnovare il parco circolante…».

«Lo dovevano finanziare, nel 2019, con cento milioni per due anni, ma ne sono arrivati solo 25 a ottobre, per il prossimo anno ce ne daranno altri 15,7. Sono preoccupato. Voglio denunciare la scomparsa…».

L’irrefrenabile ispettore Tirr rifletté per un po’: «Ne mancano, a occhio e croce, una sessantina. Che fine hanno fatto?».

L’uomo sembrò dare segni di irritazione: «Sono qui per saperlo da lei!».

«E io che ne so?», ribatté l’incompatibile ispettore Tirr rimettendosi la pipa in bocca.


L’altro vice ispettore, Franco Destino, sussurrò alcune parole all’orecchio dell’insondabile ispettore Tirr che non se ne accorse neppure e continuò a tirare profonde boccate di tabacco guardando il soffitto.

Fu il vice ispettore Fabbrica a passare al suo capo un appunto scritto al volo che all’improponibile ispettore Tirr compitò, rivolgendo così al denunciante la domanda di prammatica nei casi di scomparsa: «Questi sessanta milioni spariti, chi li ha visti l’ultima volta?».

L’uomo allargò le mani: «Ma… Nessuno».

L’incommensurabile ispettore Tirr lo fissò negli occhi e lo gelò con la sua implacabile logica: «E allora come fa a dire che sono scomparsi? Come fa a sparire qualcosa che nessuno ha visto?».

«Perché ce li avevano promessi», rispose l’uomo.

L’inafferrabile ispettore Tirr ebbe un ghigno: «Eh, promessi, promessi… e lei si fida delle promesse?».

«Ma era una promessa del governo!».

«Si fa presto a dire governo», lo incalzò l’imperscrutabile ispettore Tirr. «Non continui a essere generico. Quale ministro? Non sarà stato il ministro della Marina?».

L’uomo in principe di Galles sgranò gli occhi: «Questa è materia del ministro dei Trasporti e, semmai, del ministro dell’Economia. Che c’entra il ministro della Marina?»

«Sa», spiegò l’ineguagliabile ispettore Tirr, «promesse da marinaio…».

L’individuo scattò in piede, sbuffò con irritazione, si girò di scatto e uscì dalla stanza con passo rapido e stizzito.

L’impassibile ispettore Tirr rimise in bocca la pipa e, rivolto ai suoi due collaboratori, sentenziò: «Ma figuriamoci se adesso mi devo preoccupare di trovare i soldi per costruire un villino in fondo a un parco. Ma per chi mi hanno preso, per un esperto di crufundi?».

Il vice ispettore Fabbrica guardò con occhio interrogativo il suo collega Destino che gli sussurrò all’orecchio: «Crowdfounding: ricerca di finanziamenti collettivi» e si chinò verso l’inimmaginabile ispettore Tirr per raccogliere dalle sue mani la cartellina gialla intestata «Fondo per il rinnovo del parco» e portarla in archivio, dove avrebbe continuato a ingiallire in un mare di cartelline tutte desolatamente giallastre.

Questo racconto è frutto di fantasia. Ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.

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