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Artusi: «Ecobunus a rischio inutilizzo sui veicoli commerciali»

Il DPCM Automotive finanzia esclusivamente i veicoli a trazione elettrica, escludendo le altre motorizzazioni a basso impatto ambientale. Una occasione persa per Federauto che auspica in correttivi atti a sostenere la transizione ecologica della filiera logistica

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Il governo ha varato il 6 aprile scorso il DPCM Automotive che prevede contributi per l’acquisto di veicoli commerciali di categoria N1 e N2, nuovi di fabbrica, ad alimentazione esclusivamente elettrica. Contributi destinati alle piccole e medie imprese (comprese le persone giuridiche) che svolgono attività di trasporto di cose in conto proprio o in conto terzi pari a 10 milioni di euro nel 2022, 15 milioni nel 2023 e 20 milioni nel 2024. L’incentivo è concesso con la contestuale rottamazione di un veicolo omologato in una classe inferiore a Euro 4, nella misura di:

  • 4.000 euro per i veicoli N1 fino a 1,5 tonnellate,
  • 6.000 euro per i veicoli N1 superiori a 1,5 tonnellate e fino a 3,5 tonnellate,
  • 12.000 euro per i veicoli N2 da 3,5 tonnellate fino a 7 tonnellate.
  • 14.000 euro per i veicoli N2 superiori a 7 tonnellate e fino a 12 tonnellate.

Un provvedimento che lascia «parzialmente soddisfatti», come commenta il vicepresidente di Federauto con delega a Truck&Van, Massimo Artusi, perché ritenuto «difficilmente utilizzabile». Secondo Artusi, la misura «andrebbe tempestivamente integrata, per essere più efficace e favorire le PMI attraverso l’apertura a tutte le formule di acquisto/possesso utilizzate dagli operatori già con l’Ecobonus 2021». 

Artusi fa riferimento alla scelta di sostenere solo l’acquisto di veicoli a trazione elettrica, considerandola «una occasione persa» non capendone «la motivazione che ha portato all’esclusione delle altre alimentazioni a basso impatto ambientale, che possono contribuire in maniera importante alla transizione ecologica del comparto e alla riduzione dell’inquinamento». L’auspicio del vicepresidente di Federauto è «che siano introdotti i correttivi necessari a rendere il provvedimento più aderente alle dinamiche del mercato». 

«Visto, peraltro, che il provvedimento non esaurisce lo stanziamento totale previsto e che per il 2023 e il 2024 saranno, dunque, disponibili ancora 300 milioni l’anno – conclude Artusi – ci auguriamo che da questi residui, opportunamente ampliati per i prossimi esercizi, si possa attingere per sostenere più concretamente la filiera della logistica che, proprio nei veicoli commerciali ha lo strumento insostituibile per la distribuzione dell’ultimo chilometro che tanto impatta sull’ambiente e sulla sicurezza». 

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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