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Porto di Taranto. Oltre 500 operatori a rischio licenziamento

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La settimana scorsa sono state inviate ai 539 lavoratori della Taranto Container terminal (Tct) le lettere di preavviso di licenziamento che scatterà l’11 settembre prossimo, data in cui scadrà la cassa integrazione (Cig) avviata un anno fa con la liquidazione della società – i cui azionisti di maggioranza sono Evergreen e Hutchinson – che gestiva, in concessione, il molo polisettoriale del porto di Taranto.

Mentre si attende l’esito della gara in corso per trovare il nuovo concessionario del molo polisettoriale, anche la Prefettura di Taranto scende in campo sulla vertenza dei lavoratori per salvaguardare il loro futuro e quello delle loro famiglie. Un’ipotesi a cui stanno lavorando i sindacati, in collaborazione con l’Autorità portuale, è quella di una proroga della cassa integrazione di altri 12 mesi in virtù delle candidature pervenute nei giorni scorsi all’Autorità Portuale. Proroga che però la TCT non intende concedere.

Sul fronte delle candidature per l’utilizzo in concessione della banchina del terminal container, l’Autorità Portuale ne ha ammesse un paio tra quelle presentate: quella di Italcave e quella di un costituendo consorzio costituito da Saga Italia (Gruppo Bolloré), Ionian Shipping Consortium, Taranto Iniziative Produttive e Tecnomec Engineering. Quest’ultimo, però, ammesso con riserva in quanto dovrà presentare delle integrazioni.

La procedura dovrebbe concludersi entro il prossimo mese di giugno.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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