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Tangenti per “tralasciare” la manutenzione stradale: sette arresti a Roma

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Gli anni della crisi e le casse vuote di molte amministrazioni hanno reso più deficitarie (o per meglio dire, piene di buche) le nostre strade. Ora però si scopre che spesso dietro questa situazione si nascondeva dell’altro. In ben 33 casi, infatti, i carabinieri dei Noe hanno appurato che le gare d’appalto per l’esecuzione di opere di manutenzione di strade e infrastrutture era interessate da tangenti. In pratica, cioè, non si ci preoccupava tanto di fare i lavori a regola d’arte, quanto piuttosto di aiutare chi di dovere – tramite mazzette – a chiudere un occhio. Volete un esempio? Il rifacimento di un manto stradale: secondo l’appalto lo spessore doveva essere di un determinato numero di centimetri, ma gli aggiudicatari, grazie alla tangente, lo realizzavano molto più sottile.

Per tutto questo la procura di Roma ha arrestato sette funzionari pubblici accusati di aver intascato in due anni circa 650 mila euro di tangenti relative ad appalti con un valore complessivo di 16 milioni. In genere, l’ammontare della tangente veniva fissata in circa il 3-4% del valore di appalto. Complessivamente gli indagati sono 18.

A giustificare gli arresti disposti dal gip è il pericolo di recidiva, il rischio cioè che le persone incriminate, lasciate libere, possano riproporre lo stesso sistema tangentizio ad altri imprenditori «anche in considerazione dell’appetibilità degli onerosi lavori straordinari per il Giubileo appena iniziato».

L’indagine in realtà è una sorta di cosa di quella che già ad ottobre scorso aveva portato all’arresto di due imprenditori e di un funzionario. E proprio dagli interrogatori di questi imprenditori sono saltati fuori le ipotesi criminose contestate oggi.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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