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Boom di multe ai camionisti perché fermi col condizionatore acceso

Sanzioni fino a oltre 400 euro. L'appello del Comitato Uniti per la Vita dei Conducenti, condiviso dall’Asaps: «Serve una deroga all'articolo 157 del Codice della Strada, comma 7 bis, durante i giorni più caldi dell'anno (divieto di tenere il motore acceso durante la sosta dei veicoli per far funzionare l'impianto di condizionamento dell'aria)»

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Si moltiplicano le proteste degli autotrasportatori per una delle sanzioni meno conosciute e che negli ultimi giorni ha messo la categoria al centro dell’attenzione della Polizia: tenere il motore acceso, a veicolo fermo, per far funzionare l’aria condizionata. L’infrazione è contemplata dal Codice della Strada (articolo 157, comma 7-bis) ed è anche piuttosto salata (prevede una multa che va dai 216 ai 432 euro).

Le associazioni dell’autotrasporto segnalano infatti un deciso aumento delle contravvenzioni elevate soprattutto dalla polizia locale, con sanzioni molto pesanti. Di qui l’appello già lanciato dal Comitato «Uniti per la Vita dei Conducenti» e condiviso dall’Asaps, affinché il Ministero dell’Interno preveda una «deroga all’articolo 157 CDS comma 7 bis nel periodo estivo più caldo».

Nella lettera del Comitato si precisa che se la legge «può andar bene per chi usa un veicolo a scopo ricreativo e sporadico, non può più andar bene per gli autisti dei mezzi pesanti che, loro malgrado si ritrovano per ore sotto il sole accusando malori e talvolta, come ci confermano gli ultimi avvenimenti di cronaca, perdendo la vita e venendo ritrovati solo molte ore dopo il decesso». Il Comitato ricorda che, a fronte dei divieti di circolazione e a causa della carenza di parcheggi, gli autisti si ritrovano loro malgrado a trascorrere le ore più calde della giornata all’interno dei loro abitacoli e senza nessuna infrastruttura adeguata che possa consentirgli un riposo adeguato al fine di poter riprendere il viaggio alla fine del divieto di circolazione.

Giordano Biserni, presidente di ASAPS, ha dichiarato come «questa sia una richiesta legittima. Capisco che le leggi siano fatte per essere rispettate, che proteggere il pianeta sia giusto, ma che lo sia anche salvare delle vite. Queste categorie di lavoratori, che sono continuamente sotto pressione e sono costretti a stare per molte ore fermi con queste temperature record, devono essere messi nelle condizioni di svolgere il loro lavoro nelle migliori condizioni possibili. E aggiungo che finché non si realizzeranno anche delle aree di servizio apposite, come vedo che vengono costruite in altri paesi d’Europa, con tutti i servizi utili per il benessere del conducente, le cose non cambieranno».

Biserni sottolinea inoltre l’importanza di una norma dell’Inps, già in vigore da tempo, ma ribadita in una nota pubblicata sul sito ufficiale e con il «placet» del Ministero del Lavoro, norma che prevede che «le imprese potranno chiedere all’Inps il riconoscimento della cassa integrazione quando il termometro supera i 35 gradi centigradi». Per il presidente dell’Asaps bisognerebbe far leva su questa norma prevista dall’Istituto Nazionale di Previdenza: «Agganciandosi a questo modello di presa di coscienza di un problema, non si dovrebbe permettere di applicare tali sanzioni ai camionisti».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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