A cavallo della pandemia, le misure di sostegno al rinnovo del parco veicoli commerciali sono state importanti, anche se non sufficienti: 122,5 milioni di euro nel 2021 e 63,5 nel 2022. Ma mentre nel primo anno i fondi sono andati esauriti, il secondo ha lasciato residui
Inutile dare soldi a tutti, anche a chi non vuole muoversi verso la transizione. Tanto meglio – ritiene il presidente della Sezione V.I. di Unrae – concedere incentivi, in modo strutturato e coerente all’obiettivo «decarbonizzazione», soltanto a chi ha interessi ambientali. Compresi quei piccoli trasportatori intenzionati a cambiare il camion, ma messi in difficoltà dagli strumenti digitali con cui presentare la domanda
Non sono arrivati la proroga dei termini per accedere agli incentivi già approvati (nonostante i ritardi nelle consegne per la carenza di materiali), il credito d’imposta per i beni strumentali e non è stato migliorato l’Ecobonus per i furgoni elettrici. Invece, occorrono «continuità e certezze»
Uno dei parametri che condizionano la diffusione dei camion elettrici è giocato anche dalle misure adottate dai governi per renderne l'acquisto più conveniente. In Italia il sussidio massimo che si può ottenere è di 24.000 euro. Una cifra irrisoria se raffrontata con quanto concesso nel resto d’Europa
Sono tutti favorevoli. Non solo per l’accorciamento dei tempi di transito, ma anche per i costi eccessivi e per la difficoltà di combinare i viaggi con gli orari dei traghetti. Penalizzati soprattutto l’ortofrutta che deve arrivare presto sui mercati e l’ADR per gli obblighi di sicurezza
«A ciascuno il suo». Sembra questa la legge in vigore nel trasporto di prodotti chimici, dove una parte considerevole degli impianti utilizza per connettere le autocisterne ai serbatoi di scarico i raccordi più disparati. Così, spesso, soprattutto nelle aziende meno strutturate, diventa onere dell’autista realizzare una linea di travaso in modo quasi estemporaneo, con tutti i rischi che ne conseguono. Ma non sarebbe opportuno, come accade in altri paesi, standardizzare i raccordi a beneficio di una movimentazione sicura?
Anche nel trasporto di scarti di lavorazione industriale ci sono aree «grigie» di lavoro, dove la sicurezza traballa e il rischio di incidenti diventa elevato. A pagarne le conseguenze, non solo in termini di sanzioni, ma anche di responsabilità, sono sempre gli autisti. Per le acciaierie sarebbe sufficiente dotarsi di linee vita. È chiedere troppo?