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Non aprite quella porta

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Oggi Alfredo, come gli capita spesso da quando lavora come autista, si è svegliato all’alba. Ha caricato abbigliamento griffato made in Italy presso una piattaforma logistica in Veneto destinata a un distributore inglese che ne curerà la distribuzione a vari negozi in UK.
La tratta italiana e quella svizzera scorrono senza imprevisti. Come da prassi, Alfredo effettua una deviazione in Lussemburgo dove il gasolio costa meno e dove, vicino a un parcheggio, c’è un ristorante che propone ottime lëtzebuerger grillwurscht (salsicce speziate con patate).
Dopo aver trascorso la notte in cabina, si sveglia di buonora e parte alla volta della Francia arrivando a Calais a mezzogiorno. Da qui, tramite Eurotunnel, giunge in Inghilterra.
Il tempo stringe perché dopo le 17 difficilmente verrebbe scaricato. Per fortuna la strada, priva di traffico, gli consente di arrivare a destinazione in orario. Ma tutto è inutile: il personale addetto gli comunica che lo scarico avverrà l’indomani mattina. E ora, che fare? Le ore di guida giornaliere di Alfredo sono concluse. Pensa di cercare parcheggio a pagamento nelle vicinanze, ma poi, rassicurato dal personale, decide di sostare per la notte davanti al magazzino.
Mentre dorme viene svegliato da rumori provenienti dal semirimorchio. Guardando dallo specchietto, nota alcuni individui aggirarsi sul retro del veicolo. D’istinto accende il camion e i malintenzionati scappano a gambe levate. Purtroppo, venuto giù dalla cabina, nota alcuni tagli nel telone e parte della merce mancante.
Chiama le autorità che però decidono di non intervenire fornendo soltanto un numero di riferimento della pratica. Allo scarico viene fatta una cernita e il valore della merce rubata si aggira sui centomila euro. Il sinistro viene denunciato alla compagnia di assicurazione, ma, nonostante ciò, deve rispondere a numerose richieste dei periti nominati dalle parti, interessati a ricevere precisazioni sulla dinamica del furto. In più il cliente che aveva richiesto il viaggio informa la ditta di non essere più interessato ai suoi servizi.
Alfredo, rimasto solo, ripensa alla sera precedente: «Mannaggia. Se avessi cercato un parcheggio a pagamento, tutto ciò non sarebbe successo».

Un ombrello per Alfredo

La vicenda di Alfredo deve far pensare. La ricerca di un parcheggio sicuro, in un mercato segnato da concorrenza improntata alla costante diminuzione dei costi, non è contemplata. I maggiori costi in termini di tempo e di consumi indotti dalle deviazioni e la scarsità di parcheggi vigilati inducono a sostare anche in zone soggette a rischi di furti.
Come spesso consiglio, è necessario analizzare ogni singolo trasporto come a sé stante. La tipologia e il valore del carico, i tempi di carico-scarico della merce, insieme alla tratta da percorrere, sono variabili che il trasportatore deve sempre valutare nel pianificare il viaggio e le zone di sosta. Se devo trasportare rottami metallici in pieno giorno posso tranquillamente sostare in una piazzola isolata: il rischio di essere derubati è basso e quindi accettabile. Se invece muovo materiale tecnologico o abbigliamento griffato destinato al mercato inglese, paese in cui negli ultimi tempi si registra un aumento esponenziale di furti anche a causa degli scarsi controlli, la diligenza con cui pianificare il viaggio e scegliere il veicolo è fondamentale.
I semirimorchi telonati rendono la vita facile al ladro che può violarli con un semplice taglierino. La cosa che più sconsiglio è la sosta nei dintorni del caricatore o del ricevitore. Spesso, infatti, i malintenzionati conoscono in quali magazzini sono ritirate o consegnate le merci di maggior valore e sono quindi attratti da veicoli in sosta di notte in aree limitrofe.
Altro deterrente è l’uso di antifurti e lucchetti che, seppure rimovibili, aumentano i tempi necessari per le operazioni di scasso. Costa di più, ma può essere risolutivo l’uso di parcheggi a pagamento o l’impiego di due autisti che si alternarno alla guida e alla sorveglianza.
Le conseguenze della mancata diligenza non sono da sottovalutare. I limiti vettoriali previsti dalla normativa nazionale (1,00 €/kg) o internazionale CMR (8,33 DSP/kg circa 10,00 €/kg) per tutelare i vettori potrebbero non essere applicabili, una volta dimostrata la colpa grave, rendendo il vettore oggetto di azioni giudiziali e/o rivalse assicurative improntate a richieste potenzialmente illimitate.

I CONSIGLI DEL PERITO
– stipulare idonee coperture assicurative a tutela della propria responsabilità ed eventualmente per il valore della merce per conto del proprietario
– mantenere una condotta orientata a evitare al massimo i pericoli, anche se comporta qualche costo in più: il committente dovrebbe avere piacere di riconoscerli se è il prezzo da pagare per vedere le proprie merci a destino sane e salve

Luca Zaratin
Luca Zaratin
Perito assicurativo
Scrivete a Luca Zaratin: ombrello@uominietrasporti.it

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