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570 DAF a cabina allungata entrano nella flotta Waberer’s

L’azienda di autotrasporto ungherese apre le porte ai trattori della nuova generazione DAF, per rinnovare il suo parco ormai quasi dimezzato, passato dai 4.450 del 2018, ai 2.768 attuali. In compenso, quelli rimasti hanno un’età media di due anni e, dopo drastica riorganizzazione, riescono a generare i primi utili

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Meno camion, ma mediamente più nuovi. Volendo applicare questo principio al suo parco veicolare, l’azienda ungherese Waberer’s ha deciso di acquistare 570 trattori, rivolgendosi a uno degli ultimi modelli giunti sul mercato, vale a dire la nuova gamma DAF con cabina allungata, la prima a sfruttare la nuova normativa europea sui pesi e le dimensioni. La scelta è stata ufficializzata dopo aver testato per qualche mese i nuovi veicoli e anche per questo la casa olandese ha deciso di premiare l’azienda dalla livrea gialla con la consegna immediata di cinque veicoli, addirittura in anticipo con l’inizio ufficiale della produzione in serie, partita lo scorso 9 novembre. Rispetto agli altri veicoli, Waberer’s ha dichiarato che entreranno nella flotta aziendale nel secondo trimestre del 2022 e che alcuni saranno in uso anche alla filiale polacca del gruppo, attiva con il marchio Link. Si tratta comunque di un programma di sostituzione, che manda cioè in pensione vecchi veicoli, per far spazio a nuovi al punto da abbassare l’età media dei veicoli a due anni.

Zsolt Barna, CEO di Waberer’s, ha definito i nuovi camion dalla cabina maggiorata un «sogno degli autisti», in grado di fornire loro «il massimo livello di comfort».

In realtà, andando a vedere più da vicino la flotta dell’azienda ungherese, si scopre che il programma di sostituzione è condotto in maniera non completamente compensativa, nel senso che cioè i veicoli dismessi ormai da qualche tempo sono sempre di più rispetto a quelli reintegrati. Prova ne sia che se fino al 2018 il parco veicolare contava su 4.450 mezzi pesanti, oggi si ferma a 2.768. Che sono tanti, ma molti meno rispetto a soli tre anni fa. Tutto questo è il frutto di una nuova strategia adottata dalla nuova compagine sociale, che ha stravolto le modalità gestionali dell’azienda e soprattutto ha voluto contenere il parco veicolare e cercare di recuperare margini anche sul trasporto internazionale, che fino a ieri dal punto di vista finanziario era il vero tallone d’Achille della società. Adesso invece, dal profondo rosso di qualche anno fa, stanno tornando i primi utili e non soltanto dalla distribuzione regionale, ma anche dal lungo raggio internazionale.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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