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Incontro Toninelli-Cantone: «Semplificazione per far ripartire gli investimenti e lotta anticorruzione»

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Dopo il botta e risposta polemico dei giorni scorsi tra il neo Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, sembra essere tornato il sereno nei rapporti tra Governo e Anac. Ieri pomeriggio Cantone si è incontrato col ministro dei Trasporti, Danilo Toninellli, in un faccia a faccia definito dal politico “uno scambio di vedute importante e costruttivo”.

«C’è bisogno di semplificare le norme per far ripartire gli investimenti e liberare le energie del Paese – ha detto a fine ritrovo Toninelli – e di trasparenza per garantire legalità ed efficacia alla lotta anticorruzione. In questo senso il settore degli appalti pubblici può e deve coniugare sburocratizzazione e rigore etico».

«Abbiamo parlato in particolar modo del nuovo Codice dei contratti – ha dichiarato Toninelli – e di quello che in esso va migliorato per far partire e ripartire tante opere pubbliche oggi bloccate. A questo riguardo il mio ministero intende aprire un tavolo di confronto per le migliorie legislative che servono. Cercheremo quindi la massima collaborazione con Anac, nella convinzione che bisogna voltare pagina rispetto ai troppi scandali del passato».

«La corruzione fiorisce soprattutto laddove c’è eccessiva discrezionalità nelle decisioni, accompagnata da complessità e opacità nelle regole – ha aggiunto ancora il ministro – Ecco perché una reale semplificazione, a favore soprattutto degli enti locali che devono investire per migliorare le loro infrastrutture e i servizi ai cittadini, può e deve coniugarsi con controlli più penetranti, in maniera da colpire non solo la pratica della mazzetta, ma anche e soprattutto quell’area grigia in cui prospera la collusione tra colletti bianchi, imprenditori compiacenti e criminalità organizzata».

Ricordiamo che il premier Conte aveva dichiarato che «in Italia gli appalti non partono, abbiamo un codice degli appalti pubblici che da due anni in pratica non viene applicato» e che «il ruolo dell’Anac va valutato. Non depotenziato, ma in questo momento non abbiamo dall’Anac quei risultati che ci attendevamo, forse avevamo investito troppo».

A questi appunti Cantone aveva risposto di sentirsi tranquillissimo e non sotto attacco, «il mio mandato scade nel 2020». E dall’Anac avevano fatto notare che probabilmente il Presidente del Consiglio «non conosce tutto ciò che l’Anac fa per prevenire la corruzione». Di qui l’invito a Conte, «nell’ambito dello spirito di collaborazione istituzionale», a partecipare al Senato il 14 giugno alla Relazione annuale dell’Autorità «per conoscere l’attività svolta e su quali parti eventualmente potrebbe essere utile intervenire».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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