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17 febbraio: Le Associazioni incontrano la viceministra Bellanova. In primo piano il caro carburante

Il rincaro del gasolio, con aumenti generalizzati di oltre il 25% in un anno, ha generato maggiori costi per oltre 535 milioni di euro, provocando fortissime tensioni nella categoria. Tra le altre questioni da affrontare le regole per l'accesso al mercato e il problema dell'intermediazione

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La viceministra delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Teresa Bellanova, ha convocato le Associazioni di categoria dell’autotrasporto per un incontro il prossimo 17 febbraio. Il confronto, che era stato richiesto in una lettera inviata da Unatras al Governo, si svolgerà in videoconferenza, con l’obiettivo di proseguire il dibattito tra Associazioni e Ministero sulle questioni relative all’autotrasporto merci per conto terzi.

Anche se i temi specifici all’ordine del giorno non sono stati comunicati, uno degli argomenti più critici in discussione riguarderà probabilmente le misure per far fronte al caro carburante. Il rincaro del prezzo alla pompa sta infatti creando fortissime tensioni nel settore che, come evidenziato da Unatras (l’unione dell’autotrasporto che raccoglie le sei sigle del settore), «stanno generando fenomeni di rabbia che rischiano di sfociare in proteste incontrollate».

«C’è il rischio concreto che sia più conveniente spegnere i motori anziché continuare a viaggiare – ha spiegato nella lettera Unatras – Siamo aperti al dialogo, ma abbiamo deliberato lo svolgimento nelle prossime settimane di una serie di manifestazioni unitarie di autotrasportatori su diverse aree del territorio nazionale, propedeutiche ad azioni di autotutela della categoria, non esclusa la proclamazione di un fermo dei servizi».

«Migliaia di operatori sono da un anno e mezzo alle prese con il rincaro dei carburanti – hanno precisato ancora le Associazioni – Gli aumenti vertiginosi delle materie prime, di luce e gas riguardano anche il gasolio per autotrazione, ancora largamente il carburante più diffuso, ma anche l’additivo AdBlue per i veicoli più moderni e il GNL (gas naturale liquefatto). Aumenti generalizzati di oltre il 25% in un anno, con maggiori costi per oltre 535 milioni di euro che l’autotrasporto non riesce a ribaltare sui propri committenti e che finiscono per scaricarsi interamente sui già risicati margini di profitto delle aziende».

Per cercare di tamponare la situazione Unatras chiede un intervento urgente, con provvedimenti economici a sostegno della categoria (crediti di imposta per i maggiori costi sostenuti per i carburanti, attingendo dal ‘tesoretto’ incassato dal Fisco sull’Iva pagata per le accise); la previsione di un meccanismo di adeguamento automatico per l’aumento del gasolio; la ripubblicazione aggiornata da parte del MIMS dei costi di esercizio che gravano sugli autotrasportatori; l’apertura di un tavolo di lavoro permanente sulle regole di settore.

Riguardo a questo ultimo punto, Unatras richiede un’analisi approfondita sull’impatto delle nuove norme comunitarie in tema di accesso al mercato, sulle semplificazioni burocratiche e sulla revisione degli onerosi obblighi formativi per contrastare la carenza di conducenti.

In altri termini, il raggruppamento unitario delle associazioni – insieme alla rappresentanza del mondo delle cooperative – chiede alla viceministra di definire il modo con cui recepire i principi espressi nel pacchetto mobilità, proponendo a esempio che per dimostrare il requisito di stabilimento un’impresa non possa affidare a sub-vettori più del 25% dei trasporti che fattura.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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