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La nuova legge sul noleggio dei camion. Dov’è la libertà?

Recepita la Direttiva comunitaria in materia, il parlamento ha corretto l’art. 84 del codice della strada, aprendo al noleggio dei mezzi pesanti, ma solo per il conto terzi. Ed è stato varato anche il REN Noleggi, dove gli autotrasportatori dovranno iscrivere i veicoli presi in affitto. Ma le norme sono già controverse e la data di partenza è stata rinviata al 15 luglio

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Lo scorso giugno – quasi un anno fa – sembrava che finalmente in Italia fosse sbarcata la libertà di noleggio senza conducente per i veicoli pesanti, vietata da sempre dall’articolo 84 del codice della strada. Il decreto legge, denominato «Salva infrazioni », correggeva quell’articolo consentendo per la prima volta nel nostro Paese alle imprese di autotrasporto di prendere a nolo (e a quelle di noleggio di affittarli) veicoli dal peso superiore alle 6 tonnellate per il trasporto di merci in conto terzi, mentre per il conto proprio restava il limite di peso.

In questo modo anche l’Italia si adeguava al resto dell’Unione europea, dove (salvo situazioni sporadiche), il noleggio per l’autotrasporto merci è completamente liberalizzato. Per di più, dal momento che la norma è stata introdotta recependo una direttiva europea, in nome del mercato unico viene anche permesso alle nostre imprese di autotrasporto di affittare il veicolo presso società di noleggio straniere.

Soddisfatti gli autotrasportatori

Gradimento esplicito e immediato da parte delle associazioni dell’autotrasporto (e di quelle di noleggio) per un provvedimento che porterà loro una serie di vantaggi sostanziali: assorbire le punte di produzione senza bisogno di acquistare nuovi veicoli che resterebbero fermi in caso di rallentamento dell’attività; affrontare senza investimenti azzardati la sperimentazione dei veicoli più adatti alla transizione green; competere alla pari, su tutto il territorio dell’Unione, con le imprese degli altri Paesi.

Una parziale apertura, in realtà, era stata concessa dal codice della strada del 1992, quando il noleggio fu permesso a condizione che avvenisse tra imprese iscritte all’Albo degli autotrasportatori. Naturalmente le aziende di noleggio (ma anche molti concessionari e qualche officina) si iscrissero, con uno o due veicoli, per poter aggirare il divieto. E dunque, già oggi un certo numero di noleggi di camion avviene, almeno fra imprese italiane. Ma per arrivare alla liberalizzazione vera e propria, introdotta dalle nuove norme, di strada da percorrere ce n’è ancora tanta. Già la legge, approvata per decreto, è di fatto entrata davvero in vigore due mesi dopo, l’8 agosto, con la pubblicazione della legge di conversione sulla Gazzetta Ufficiale. Poi è cominciata l’attesa dei decreti e delle circolari attuative.

La circolare della Polizia stradale

Fino ad oggi – a sette mesi dal voto che ha approvato il decreto legge – da parte ministeriale sono arrivati una circolare della Polizia stradale (a settembre) che chiarisce alcuni punti e tre circolari del ministero dei Trasporti (a novembre, gennaio e febbraio) che dettano le modalità per l’iscrizione dei veicoli noleggiati a una speciale sezione del Registro elettronico nazionale (REN) appositamente creata – fissando prima al 15 gennaio e rinviando poi al 15 luglio i termini per mettersi in regola – e gettano luce su alcune criticità solevate dalle associazioni.

La circolare degli Interni (più precisamente della Polizia stradale) è solo una sorta di spiegazione della nuova norma. La circolare precisa che anche in ambito nazionale (finora era possibile solo nei trasporti internazionali) si possono noleggiare «autocarri, trattori, rimorchi e semirimorchi, autotreni e autoarticolati» da imprese di tutta l’Unione, a condizione che i veicoli «siano stati effettivamente immatricolati o messi in circolazione secondo quanto stabilito dalla legislazione di uno degli Stati membri». La norma riguarda «i veicoli destinati al trasporto di cose», mantenendo il limite di 6 tonnellate per quelli immatricolati per il conto proprio e quelli ad uso speciale (tra cui, però, ci sono molti di quelli per la raccolta dei rifiuti, dove il noleggio è essenziale).

Ma dato che in tutti gli Stati dell’Unione europea non c’è distinzione tra conto terzi e conto proprio, il limite decade per chi noleggia il veicolo in quei paesi. La circolare sottolinea anche che il noleggiatore non può distaccare lavoratori presso l’impresa locataria e che è escluso il sub-noleggio e, infine, prescrive l’obbligo di tenere a bordo del veicolo il contratto di locazione e copia del contratto di lavoro dell’autista.

Le circolari del ministero dei Trasporti

Il ministero dei Trasporti, invece, ricorda (prima circolare) che i veicoli presi in affitto incidono sulla capacità finanziaria dell’impresa e quindi questa andrà adeguata presso gli uffici della Motorizzazione civile. In più, se il veicolo preso in affitto è legato al requisito di stabilimento, il contratto di locazione non potrà essere inferiore a sei mesi e dovrà essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate. Ma soprattutto comunica l’apertura di una «prima versione» della piattaforma «REN Noleggi» sulla quale le imprese di autotrasporto merci devono registrare i veicoli noleggiati prima di utilizzarli, dando tempo fino al 15 gennaio per procedere alla registrazione dei veicoli al momento in noleggio. La registrazione è obbligatoria per le imprese iscritte al REN (ma non per quelle iscritte all’Albo degli autotrasportatori) e per loro riguarda anche i veicoli al di sotto delle 1,5 tonnellate.

Tutti pronti? Macché. La piattaforma inizialmente non poteva registrare rimorchi e semirimorchi. La funzione è stata introdotta solo dopo le festività di fine anno, ai primi di gennaio e quando – il giorno 12 – ne è stata comunicata l’attivazione, il termine del 15 gennaio, «in ragione della necessità di complessi sviluppi evolutivi e tenendo conto delle difficoltà o problematicità evidenziate da taluni stakeholder», è stato fatto slittare al 15 luglio.

Come prevedibile, data l’espressione «prima versione» usata nel comunicare l’apertura del REN Noleggi. Ma l’iter per l’iscrizione è stato subito criticato dalle associazioni per la sua farraginosità e per l’aggravio del carico burocratico che sarebbe ricaduto soprattutto sui piccoli trasportatori, tra cui quelli aderenti a consorzi e cooperative, dove la concessione di semirimorchi ai soci che ne hanno bisogno è prassi consolidata. Ma la terza circolare ha solo alleggerito il peso di alcune procedure, evitando a chi ha un solo veicolo – e questo è noleggiato – di registrare il contratto di locazione presso l’Agenzia delle Entrate ed escludendo rimorchi e semirimorchi dal computo dell’idoneità finanziaria, obbligandoli comunque alla registrazione.

Interrogativi in sospeso

Ma di circolari, probabilmente, ce ne vorranno altre, se non addirittura un decreto interministeriale. Perché molti interrogativi restano ancora in sospeso, soprattutto sul noleggio di veicoli all’estero di cui vanno chiariti limiti e modalità, per i quali la stessa Direttiva europea ha fornito indicazioni di massima, pur lasciando agli Stati membri la scelta definitiva. Per quanto tempo, per esempio, si può utilizzare sul territorio nazionale un veicolo noleggiato in altri paesi? La Direttiva pone un limite minimo di due mesi consecutivi, ma quale dovrà essere il tempo massimo? E come evitare che dall’estero arrivino in Italia veicoli, sì, abilitati alla circolazione, ma di fabbricazione vetusta e dunque inquinanti e insicuri? Quanti veicoli, poi, un’impresa può noleggiare al massimo in un altro Paese dell’Unione europea?

La Direttiva suggerisce che non possano superare il 25% del parco dell’impresa, ma potrebbero essere anche meno e comunque l’indicazione comunitaria va confermata. Ma problemi non mancano neppure sul mercato interno. A cominciare dalla questione dei veicoli «ad uso speciale», noleggiabili solo fino alle 6 tonnellate, il cui elenco comprende numerosi mezzi per il ciclo dei rifiuti, gran parte dei quali sono presi in affitto dalle imprese per via dell’aleatorietà degli appalti pubblici. Una svista, una formulazione ambigua? È evidente la necessità di un chiarimento. Ma il passo lento con cui procede l’attuazione del nuovo sistema fa capire che le risposte non arriveranno a breve e che di circolari ce ne vorranno ancora molte. Anche per questo la scadenza per l’iscrizione – che segnerà la piena entrata in vigore delle nuove norme – è stata rinviata di sei mesi.  

Questo articolo fa parte del numero di marzo/aprile 2024 di Uomini e Trasporti: uno speciale monografico di 84 pagine interamente dedicato al tema del noleggio.

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