Un piano strategico per realizzare delle aree di sosta di servizio per gli autisti di camion, da coprire anche le aree urbane, proprio per far fronte alle difficoltà della professione e per frenare la fuga di tanti giovani dalla professione. Appare questo uno dei principali contenuti emersi dall’incontro tra il ministro ai Trasporti e alle Infrastrutture Matteo Salvini, accompagnato per l’occasione dal viceministro Edoardo Rixi, con i rappresentanti delle associazioni di categoria. In particolare Anita, Fita Cna, Confartigianato Trasporti, Fai, Confcooperative Lavoro e Servizi, Fedit, Legacoop produzione e servizi, Sna Casartigiani, Trasportounito, Unatras, Claai, Assotir, Aicai, Fiap. Tutti in generale si sono detti soddisfatti, in particolare – scrive in una nota Conftrasporto – «per la disponibilità dimostrata dal ministro», anche se da più parti è stata espressa la percezione netta che, malgrado il ministro Salvini abbia tenuto la delega, chi poi di fatto garantirà le relazioni con il settore sarà il viceministro Rixi.
Tantissimi i temi affrontati, anche perché ogni associazione ha portato sul tavolo quelli a cui tiene maggiormente. Ma stando a quanto riferisce Alessandro Peron, segretario di Fiap, la cosa interessante è che, «sebbene i 200 milioni presenti nella legge di bilancio non potranno essere anticipati e quindi saranno distribuiti nel corso del 2023 sotto forma di credito di imposta per mitigare i costi del gasolio, in ogni caso è stato espresso l’impegno del ministero di lavorare per restringere al solo conto terzi la platea degli interessati».
Anche rispetto al contributo che l’ART continua a richiedere agli autotrasportatori, il ministro si è detto d’accordo nel dover a tutti i costi trovare una soluzione.
Rispetto poi alle tematiche affrontate – in particolare le limitazioni ai camion italiani al Brennero imposte dall’Austria o la necessità di misure adeguate per consentire alle imprese del trasporto di fronteggiare gli elevati costi di attività – Conftrasporto parla di «identità di vedute» e soprattutto di una «volontà di intraprendere un percorso comune per garantire all’Italia di connettersi agevolmente al resto d’Europa e al mondo». In più si aggiunge che tra i tanti argomenti è stato anche affrontato quello di garantire una sempre maggiore efficienza del gruppo FS, a vantaggio dell’intermodalità ferroviaria.