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Innovazione e sostenibilità, ecco come cambia la logistica di ultimo miglio

Tra il 2020 e il 2021 il mercato dell’eCommerce ha avuto un boom senza precedenti che ha portato inevitabili ripercussioni anche sulla logistica cosiddetta «last mile», cioè l’ultimo tratto della catena logistica che conduce fino alla consegna dell’ordine, e sul traffico e l’inquinamento delle aree urbane, sempre più congestionate da furgoni per le consegne degli ordini effettuati online. Cosa dovremmo aspettarci quindi per il futuro? Come si possono affrontare queste problematiche?

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Il tema è stato al centro del webinar «E-commerce, last mile e sostenibilità, come sta cambiando la logistica?» organizzato da World Capital lo scorso 21 ottobre e al quale hanno preso parte studiosi e manager del settore che hanno fatto il punto della situazione sui cambiamenti che la logistica di ultimo miglio affronterà nel prossimo futuro.

Stando ai dati forniti da Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics Gino Marchet del Politecnico di Milano, nel 2020 l’eCommerce B2C (cioè rivolto al consumatore finale) ha registrato solo in Italia una crescita del 45% in termini di prodotti. Trend che si è confermato positivo anche nel 2021, con un valore pari a 30,5 miliardi di euro. Proprio per far fronte a questa crescita esponenziale, il 65% dei nuovi player della logistica basa l’innovazione su nuove tecnologie che mirano a rispondere alla crescente domanda di servizi in ambito last mile delivery.

In questo scenario, il trasporto gioca un ruolo sempre più cruciale: sempre più utenti, infatti, scelgono un canale eCommerce rispetto a un altro in funzione delle opzioni di consegna offerte proprio per l’ultimo tratto della catena logistica, mentre gli operatori che offrono servizi logistici cercano di offrire ai propri clienti la possibilità di personalizzare il più possibile le consegne, scegliendo quando e dove ritirare gli ordini. Tecnologia, digitalizzazione, personalizzazione e soprattutto sostenibilità sono quindi le leve chiave che spingeranno il futuro della logistica di ultimo miglio.

«In generale, possiamo affermare che il mondo della logistica, con il last mile, sta passando a logiche tipiche del consumatore finale, ovvero ordini piccoli, puntualità e consegne in breve tempo – commenta Frosi – Tutto questo ci porta verso ad una filiera sempre più evoluta, dinamica e personalizzata in termini di servizi».

Forti ripercussioni si hanno inoltre sulle posizioni lavorative del futuro. Oltre alle canoniche figure impiegate nella vendita e consulenza, infatti, avranno grande risonanza i profili legati al campo dell’innovazione, dell’amministrazione e della gestione delle risorse umane, ma anche del marketing e della comunicazione. «Valorizzare le risorse umane che sono l’asset più prezioso nel settore del freight forwarding è l’elemento chiave per vincere le sfide dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità e garantire la competitività delle imprese di spedizioni internazionali. Questo aspetto è tra gli elementi principali che emergono dallo studio Disclosing The Forwarding World che Fedespedi ha realizzato sul futuro delle professioni della logistica e spedizioni internazionali», ha dichiarato Guglielmo Davide Tassone, Presidente Training & Development Advisory Body di Fedespedi.

Anche la sostenibilità, però, è un elemento sempre più importante di cui non si può non tener conto, dal momento che i consumatori sono sempre più attenti anche agli aspetti legati alla logistica green. «La logistica è un servizio di fondamentale importanza per lo sviluppo sostenibile delle città e per questo è utile avere una rete capillare di hub distributivi – commenta Giovanni Cassinelli, Amministratore delegato di Immobiliare 2C – Oltre a cercare di trasformare gli immobili logistici in edifici green, oggi le grandi sfide della filiera sono sicuramente quelle di provare a riutilizzare gli immobili già esistenti e le aree abbandonate e riuscire ad integrarsi nei territori e nelle comunità in cui si va a operare».

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