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Interporto di Prato a forza quattro: entro il 2025 treni merci quadruplicati

Passare dagli attuali 80 treni l'anno a quota 325 e produrre 2,8 milioni di kilowattora di energia verde grazie a un nuovo sistema di impianti fotovoltaici. Sono questi i due principali obiettivi del nuovo piano industriale dell’Interporto toscano, approvato in questi giorni dal consiglio d’amministrazione. Una progettualità che ha l'obiettivo di traghettare il terminal, nell'arco del prossimo biennio, a diventare un'infrastruttura chiave negli scenari di collegamento con il nord Italia e il nord Europa

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L’Interporto di Prato (o della Toscana Centrale) si appresta a diventare un’infrastruttura sempre più strategica in chiave nazionale ed europea. Dopo l’annuncio dello scorso febbraio sul piano di restyling infrastrutturale da 3 milioni di euro di finanziamenti che comprende, tra i vari progetti, la realizzazione di 75 posteggi sicuri per mezzi pesanti e un sistema di prenotazione automatico che consente agli autisti, in tempo reale, di garantirsi il parcheggio (ne avevamo parlato qui), arriva adesso un nuovo piano industriale che punta a potenziare le attività di collegamento intermodale.

Il piano, approvato in questi giorni dal consiglio d’amministrazione dell’Interporto, prevede di quadruplicare entro il 2025 il numero di treni merci all’interno del terminal intermodale di Prato. L’obiettivo, entrando nel dettaglio dei numeri, è quello di passare dagli attuali 80 treni l’anno a quota 325, con un tappa intermedia nel 2024 di 253 convogli merci. Si tratta di numeri strategici, perché consentiranno all’interporto di Prato di collegarsi molto più agevolmente con il porto di Livorno e successivamente con quello di La Spezia.

L’amministratore delegato dell’Interporto, Antonio Napolitano, ha dichiarato di aver portato avanti nell’ultimo anno «un intenso lavoro di relazioni a livello locale, regionale e nazionale» con l’obiettivo di introdurre in Toscana il programma di incentivazione Ferrobonus. «Con questa misura – ha affermato – l’uso dei treni merci sarà più conveniente rispetto agli spostamenti su strada. Non solo. Avremo un netto risparmio ambientale perché libereremo la FiPiLi e l’A11 da centocinquanta tir a settimana». L’auspicio per Napolitano è che il provvedimento sul Ferrobonus venga inserito entro il 31 dicembre 2023 nella legge di bilancio regionale.

Ma non è tutto. A fianco dello sviluppo dell’intermodalità, il nuovo piano industriale dell’Interporto di Prato mostra anche l’ambizione di diventare una infrastruttura green. A partire da inizio 2024 partirà infatti l’«operazione fotovoltaico», che doterà di pannelli tutti i tetti degli immobili dell’infrastruttura interportuale. Questa mossa consentirà una produzione di 2,8 milioni di kilowattora di energia verde, con l’ambizione successiva di trasformarla in idrogeno. «In questo modo i mezzi sul terminal intermodale non viaggeranno più a gasolio – ha sottolineato Napolitano – e la parte restante potrà essere stoccata nella nascente stazione di servizio multicarburante da realizzare al Varco 1 (lato Perfetti Ricasoli). Un progetto che vede come partner Estra e che renderà l’Interporto un modello virtuoso su scala nazionale, in grado di ridurre costi e impatto sull’ambiente».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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